1.10 L'organizzazione della conquista e l'economia del Nuovo Mondo
I conquistatori portoghesi e spagnoli insediatisi nelle Americhe vi trasferirono inevitabilmente Forme di organizzazione politica e sociale che avevano molto in comune con il sistema feudale ancora diffuso, anche se morente, in quasi tutta Europa.
Nel 1533 il re del Portogallo divise i territori brasiliani in dodici capitanie affidate ad altrettanti responsabili chiamati donatarios, cui spettava il compito di amministrare e difendere il proprio territorio, di favorire la colonizzazione di nuove terre, di proteggere l'opera dei missionari. Simile alla capitania portoghese fu la encomienda spagnola (dal verbo encomendar, "affidare"). L'encomienda presentava, esasperati, alcuni aspetti originari del feudalesimo; l'encomendero poteva infatti richiedere agli indigeni prestazioni di lavoro illimitate: in quelle terre di nuova acquisizione nessuna legge, nessuna consuetudine tutelava i sudditi. Fu così che migliaia di indios furono mandati a morire nelle miniere d'argento boliviane mentre altre migliaia venivano stremati nelle sabbie aurifere dei fiumi, nel lavoro dei campi, nei laboratori di tessitura.
Questo sistema si diffuse in modo capillare nei territori spagnoli; pochi anni dopo la conquista il numero degli spagnoli in Messico era di circa 1385; di essi ben 577 erano encomenderos: interi villaggi indigeni furono affidati in encomienda agli spagnoli, secondo i meriti e il potere di ciascuno di essi. Così come prima ci si divideva l'oro e gli schiavi, ora ci si spartiva i villaggi indigeni. La Nuova Spagna cadde così in un sistema di vassallaggio, analogo a quello della Castiglia.
Potentissimi nel Nuovo Mondo grazie ai privilegi del regime signorile da loro "esportato", i conquistadores erano tuttavia costretti a rimanervi, se volevano mantenere il loro status sociale. Da una parte, infatti, le aristocrazie della madre patria ostentavano disprezzo verso quei parvenus la cui ascesa sociale era maturata in terre lontane a contatto con i selvaggi; dall'altra, le terre americane non erano facilmente convertibili in altri beni commerciabili in Europa. L'economia del Nuovo Mondo rimase infatti per secoli un'economia naturale, priva di veri e propri sistemi monetari e questo rendeva molto difficile qualsiasi accumulazione. Terre fertili e sterminate assicuravano, dunque, potere e ricchezza ai loro detentori, ma non potevano essere facilmente convertite in monete europee o in metalli preziosi.
L'attività economica americana maggiormente integrata all'economia europea era naturalmente l'industria mineraria. Il lavoro coatto degli indigeni assicurava un'estrazione sufficiente e a basso costo, in grado di soddisfare la richiesta europea di metalli. A questa esportazione di metalli corrispondeva un'importazione di beni di consumo e di lusso per i dominatori locali: l'economia delle colonie consisteva dunque in uno sfruttamento di rapina, che sottraeva risorse senza creare investimenti.
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