12.6 La formazione della Prussia e il problema del Baltico
In Germania l'ascesa della
Prussia, nel corso del '6-'700, presenta qualche analogia con la vicenda dello Stato sabaudo, sia per i modi di formazione sia per l'importanza che entrambi avranno nello sviluppo dei rispettivi Stati nazionali.
Il nucleo originario della Prussia era costituito dalla Marca del Brandeburgo, concessa a Federico VI di Hohenzollern (una famiglia originaria della Svevia) nel 1415 insieme alla dignità di principe elettore. Solo nel 1618 la Prussia - in origine possesso dell'ordine teutonico, secolarizzato al tempo della Riforma (1525) dall'ultimo Gran maestro dell'ordine, Alberto di Hohenzollern - era entrata a far parte dei domini dell'elettore di Brandeburgo. Gli Hohenzollern avevano altri possessi nella Germania occidentale e nel Basso Reno, e con la pace di Vestfalia avevano ottenuto anche parte della Pomerania. Alla metà del '600 la frammentazione territoriale appariva come la principale caratteristica del principato elettorale, evidenziata soprattutto dalla distanza e diversità fra il Brandeburgo e la Prussia, che rimaneva un feudo del Regno di Polonia. Una diversità di popolazione, ordinamenti, istituzioni che poneva problemi inderogabili di accentramento e di uniformità. Alla soluzione di questi problemi attese con energia e capacità
Federico Guglielmo il Grande Elettore (1640-88). Iniziò con la formazione di un esercito permanente, strumento indispensabile per trarre tutti i vantaggi possibili dai conflitti europei del tempo; e per rafforzare l'esercito fu necessario, secondo un processo comune a tutte le forme di assolutismo, garantirsi entrate regolari. Federico Guglielmo accettò i finanziamenti della Francia disposta ad assoldare principi protestanti, sfruttò i possessi demaniali, ma soprattutto sconfisse i privilegi delle città e della nobiltà (rappresentate nelle Diete locali) organizzando un efficiente sistema fiscale. Ben presto il Brandeburgo-Prussia fu dotato di una capace burocrazia ai cui vertici operava una nobiltà piegata alle esigenze del servizio di Stato. Una nobiltà che manteneva, e anzi aveva accentuato, il proprio dominio sui contadini servi, ma che era stata svuotata delle sue autonomie rappresentative.
Gli Hohenzollern erano calvinisti dal 1613, pur governando su sudditi in prevalenza luterani, e questo consentì a Federico Guglielmo di accogliere in gran numero i profughi ugonotti, che trasformarono con le loro attività manifatturiere la capitale Berlino, città fino allora prevalentemente burocratica. In politica estera il Grande Elettore si inserì nel conflitto fra Svezia, Danimarca e Polonia per la supremazia sul Baltico (I guerra del Nord, 1654-60) ottenendo la fine della dipendenza feudale della Prussia dalla Polonia. Questa totale sovranità consentirà a Federico (poi Federico I), figlio del Grande Elettore di ottenere il titolo di re di Prussia nel 1700. Alla sua morte, nel 1713, Federico Guglielmo I riprenderà e svilupperà l'opera del Grande Elettore consegnando al figlio Federico II, nel 1740, un esercito notevolmente rafforzato (
14.5), premessa di una travolgente espansione.
Il rafforzamento della Prussia non modificò sostanzialmente le direttrici dell'espansionismo svedese iniziato ai tempi di Gustavo Adolfo. Con la fine della I guerra del Nord (paci di Oliva e Copenhagen, 1660) la Svezia ottenne la Scania ossia il controllo della costa settentrionale dello stretto di Sund, fino allora interamente nelle mani dei danesi, che traevano grandi benefici dai dazi sul transito delle navi. Da sempre aperto ai commerci, il Baltico era, fin dal tempo della Lega anseatica, stabilmente inserito negli scambi con l'Europa occidentale. Dall'area baltica giungevano infatti prodotti sempre più essenziali soprattutto per le potenze marittime (Olanda e Inghilterra) che vi trovavano materiali indispensabili alla costruzione delle loro navi: legname per gli scafi e le alberature, pece per il calafataggio (ossia per l'impermeabilizzazione), canapa per il cordame e le vele. Dal Baltico giungevano inoltre cospicue quantità di cereali necessari a tutta l'Europa urbanizzata, ma soprattutto a paesi, come l'Olanda, che avevano scelto altre specializzazioni colturali.
Nel 1648 e nel 1660 la
Svezia aveva instaurata la sua egemonia sul Baltico, dal momento che ne controllava sia le coste settentrionali che quelle meridionali (in virtù del possesso di parte della Pomerania). Ma i re svedesi (luterani) nutrivano ulteriori obiettivi di sviluppo territoriale e di controllo soprattutto in direzione della debole (e cattolica) Polonia. Negli ultimi decenni del '600 Carlo XI era riuscito a trasformare la Svezia in uno Stato assoluto di tipo francese, diminuendo il potere della nobiltà e requisendo parte delle terre, un tempo della corona, che nel corso del secolo erano state concesse ai nobili. La ricostituzione di un forte demanio statale mirava a fornire all'esercito una base costante di finanziamenti. Così il figlio
Carlo XII (1697-1718) poté disporre di un potente esercito per fronteggiare l'attacco congiunto di Danimarca, Polonia e Russia (II guerra del Nord, 1700-21). Ma i rapporti di forza stavano ormai cambiando e, alla fine della guerra, la Svezia dovette cedere alla nascente potenza russa l'egemonia sul grande mare interno.
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