6. La Riforma cattolica e la Controriforma
6.1 Il peso delle parole
Gli sconvolgimenti religiosi verificatisi in Germania e la diffusione della Riforma protestante in altre regioni europee obbligarono la Chiesa romana a intervenire con tutta una serie di provvedimenti di carattere politico, istituzionale, teologico. A questa reazione contro il dilagare del protestantesimo, che si sviluppò tra il 1550 e il 1660, si dà comunemente il nome di
Controriforma.
Il termine compare per la prima volta nel 1776 negli scritti di un giurista tedesco, ma il fenomeno era ben noto ai contemporanei, che lo descrissero e lo commentarono: in particolare, i cattolici parlavano di una riforma vera (la loro), contrapposta a una riforma falsa (la protestante), mentre i protestanti distinguevano una riforma vera e unica (quella protestante) da una riforma falsa (cattolica).
Già alla sua origine settecentesca il termine Controriforma aveva una connotazione negativa, che sottolineava gli aspetti repressivi del fenomeno, il suo caratterizzarsi come recupero violento e coercitivo, a favore del cattolicesimo, di una parte degli spazi che il protestantesimo aveva occupato o stava per occupare. Anche quando, nella storiografia successiva, il termine venne adoperato senza questa connotazione immediatamente negativa, la stessa parola "Controriforma" riduceva il fenomeno a una reazione "contro" qualcosa (la Riforma) che era accaduto prima e altrove, svalutando implicitamente qualsiasi apporto creativo e originale del movimento. Gli storici di orientamento cattolico non tardarono a reagire contro questa impostazione e sottolinearono che all'interno della Chiesa romana si erano manifestati movimenti riformatori già prima, e indipendentemente dall'attività di Martin Lutero e dall'esplosione della questione protestante: era quindi più giusto, a loro avviso, parlare di una
Riforma cattolica precedente e parallela alla Riforma protestante.
Tanto l'espressione "Controriforma" che l'espressione "Riforma cattolica", se usate in senso assoluto, si prestano tuttavia a fraintendimenti e non esauriscono la complessità del fenomeno. "Controriforma" ha il torto di ridurre la storia cruciale del cattolicesimo nel '500 e nel '600 ad aspetti di pura reazione, ma "Riforma cattolica" accentua troppo gli elementi originali e autonomi del fenomeno. Il problema è proprio questo: non si tratta di alternative, ma di termini che esprimono due tendenze del cattolicesimo che s'intersecano e si compenetrano. Non c'è dubbio che spinte riformistiche avevano attraversato la storia religiosa europea molto tempo prima di Lutero e che esse continuarono durante e dopo l'attività del monaco tedesco; ma è certo che la fase più calda, successiva all'esplosione del protestantesimo, appare fortemente segnata, nel mondo cattolico, dalla necessità di creare un argine religioso, politico e militare contro l'espansione della Riforma protestante. Per esprimere quest'ultimo fenomeno il termine Controriforma è il migliore a nostra disposizione.
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