8.12 La pace di Vestfalia
La cosiddetta pace di Vestfalia, che pose fine alla guerra dei Trent'anni, comprendeva un complesso di trattati che furono sottoscritti nell'ottobre 1648 nelle due città di Münster e Osnabrück, in Vestfalia.
La pace segnò il definitivo crollo del progetto politico e religioso asburgico e la fine delle guerre di religione. Sotto il profilo religioso l'imperatore dovette rinunciare al sogno di una Germania tutta cattolica: la pace di Vestfalia riconobbe, anzi, apertamente, accanto alle confessioni cattolica e luterana (già riconosciute dalla pace di Augusta del 1555), l'esistenza di una terza confessione, la calvinista. Questo rinnovato principio di tolleranza non significò tuttavia che la libertà di religione fosse garantita a tutti. Restava infatti in vigore il vecchio criterio del cuius regio eius religio, che obbligava i sudditi a seguire la religione dei loro principi; l'unico miglioramento riguardò la possibilità, per il suddito dissidente per motivi religiosi, di emigrare senza subire la confisca dei beni. L'imperatore rinunciò inoltre a rivendicare le proprietà confiscate dai protestanti ai cattolici dopo il 1552 (anno fissato dall'Editto di restituzione) e accettò lo spostamento di tale limite al 1624.
Sotto il profilo politico, la Germania si ritrovò ancora smembrata in una miriade di staterelli, a ognuno dei quali fu concessa un'autonomia quasi assoluta; i principi tedeschi potevano addirittura svolgere una politica estera indipendente. Più che una realtà politica, l'Impero era ormai una finzione. Gli Asburgo si trovarono di fatto in condizione di poter esercitare la propria autorità esclusivamente sui domini ereditari di Austria, Boemia e Ungheria. Di qui il loro orientamento a rivolgere il proprio interesse politico verso sud (Italia) ed est (Balcani), tanto più in quanto nella seconda metà del secolo si riaffacciò la minaccia turca.
In riconoscimento dei loro successi, Francia e Svezia ottennero alcuni territori. La prima acquisì definitivamente le città lorenesi di Metz, Toul e Verdun (che deteneva dal 1559), insieme con quasi tutta l'Alsazia. La seconda una serie di possedimenti alle foci dell'Elba, del Weser e dell'Oder, che resero incontrastato il suo dominio nel Baltico. Tra i principati tedeschi importanti acquisizioni ottenne la Prussia-Brandeburgo, futura potenza europea di prima grandezza, che incorporò la Pomerania orientale. Ma la trionfatrice della guerra dei Trent'anni fu la Francia che, con il definitivo indebolimento dell'Impero (e il successo sulla Spagna sancito dalla pace dei Pirenei, 1659:
9.5), raggiungeva un'incontrastata egemonia continentale. Un'egemonia destinata a durare fino al 1871 quando, in seguito alla vittoria della Prussia sulla Francia, si costituirà l'Impero tedesco.
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