14.6 Sommario
Fra il 1700 e il 1763 si verificò tra Francia e Inghilterra un conflitto su scala mondiale destinato a durare fino agli anni dell'Impero napoleonico. Alla sconfitta francese e all'affermarsi dell'egemonia coloniale inglese si accompagnarono l'emarginazione degli Stati iberici e il loro inserimento nel sistema commerciale britannico. Le guerre verificatesi in Europa dopo il 1714 trovano una spiegazione in un contesto geopolitico. Un arco di aree forti (cioè di comunità statali definite e consolidate: Spagna, Portogallo, Province Unite, Francia, Inghilterra, Stati scandinavi, Russia) chiudeva due grandi aree deboli: il bassopiano tedesco-polacco e la penisola italiana. Profondamente legata a queste due ultime aree, l'Austria non era però in grado di esercitarvi pienamente il proprio controllo. I grandi conflitti europei del '700 sono, dunque, solo superficialmente spiegabili alla luce dei problemi di successione dinastica che, in realtà, furono solo pretesti per giustificare le iniziative delle grandi potenze. Per evitare ciò - anche se invano -, già dal 1713 l'imperatore Carlo VI si adoperò per ottenere il riconoscimento della "prammatica sanzione" che assicurava la successione anche alle figlie femmine.
Nel 1718, l'accordo con cui si concluse un conflitto scatenato dalla Spagna determinò in Italia la cessione della Sicilia all'Austria da parte dei Savoia, che ricevettero in cambio la Sardegna. Nel 1733 scoppiò una guerra legata al problema della successione in Polonia, conclusasi con una pace che comportò importanti modifiche in Francia e in Italia: il Ducato di Lorena fu assegnato al detronizzato sovrano polacco Stanislao Leszczynski con la clausola che alla sua morte sarebbe passato alla Francia; il Granducato di Toscana fu assegnato al duca di Lorena (sposo della futura imperatrice d'Austria); Carlo di Borbone ricevette il Regno di Napoli e la Sicilia; l'Austria ottenne il Ducato di Parma; i Savoia ingrandirono con Novara e Tortona i loro territori. Poco dopo, la guerra di successione austriaca terminò (pace di Aquisgrana, 1748) con il riconoscimento della prammatica sanzione (e dunque dell'ascesa al trono di Maria Teresa d'Austria) e con la cessione, da parte dell'Austria, della Slesia alla Prussia e del Ducato di Parma a un Borbone; per l'Italia iniziava un lungo periodo di pace. Nel 1756-63 la guerra dei Sette anni vide contrapposte Austria, Francia e Russia a Inghilterra e Prussia. Il conflitto - che ebbe dimensioni mondiali e sancì, sul piano coloniale, la supremazia inglese - fece emergere il nuovo ruolo della Prussia come potenza europea. Alla fine del '700, tre successive spartizioni tra Prussia, Russia e Austria segnarono la scomparsa della Polonia come Stato autonomo.
La vita parlamentare inglese fu dominata, dal 1714 al 1760, dai whigs, interpreti dei princìpi della "gloriosa rivoluzione" e di un governo svincolato dagli arbitri del sovrano. La variabilità delle circoscrizioni elettorali determinava la disparità nella rappresentanza ai Comuni, mentre clientele e vincoli di parentela rendevano frequente la corruzione. Gli anni in cui Walpole fu alla guida del paese furono contrassegnati da prosperità all'interno e pace all'estero; nello stesso periodo prese forma il governo di gabinetto. Con Pitt si affermò una politica internazionale più decisa, votata al rafforzamento dell'impero commerciale inglese.
Nel cinquantennio successivo alla morte di Luigi XIV la Francia collezionò una serie di insuccessi in politica estera, che videro sconfitti gli obiettivi di dominio oltremare. Durante la reggenza del duca di Orléans e il regno di Luigi XV, tutta la politica francese appare contrassegnata dall'incertezza e dalla crisi della monarchia assoluta. Uno degli episodi più significativi, sul piano della politica interna, fu la rivoluzione monetaria e fiscale di Law, che si risolse in un clamoroso fallimento.
La Prussia fu la grande protagonista delle guerre europee della metà del '700, grazie soprattutto al potenziamento dell'apparato burocratico e dell'esercito operato da Federico II. In tutti i paesi reclutamento e addestramento delle truppe erano difficili (e numerosissime le diserzioni); la disciplina durissima costituiva un elemento indispensabile per controbilanciare l'estraneità dei soldati alle motivazioni della guerra.
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