13.11 Il commercio atlantico e la supremazia inglese
Agli inizi del '700 l'espansionismo commerciale e territoriale francese era destinato a scontrarsi con l'Inghilterra non solo in America ma nell'Atlantico e, come abbiamo visto, in India. L'ipotesi che l'esaurirsi della discendenza diretta del ramo spagnolo degli Asburgo portasse un re di origine francese sul trono di Spagna e che la Francia di Luigi XIV si impadronisse dell'immenso impero spagnolo, minacciando gli interessi inglesi, aveva già definito i contorni del conflitto.
Nel corso del' 600, inoltre, sia l'Inghilterra con gli Atti di Navigazione sia la Francia con una rigida politica protezionista avevano contribuito a ridurre drasticamente l'egemonia commerciale olandese. Mentre Amsterdam declinava trasformandosi in centro prevalentemente finanziario, Amburgo si sviluppava come mercato delle spezie e dello zucchero. Grande slancio avevano contemporaneamente le città portuali francesi, come Nantes e Bordeaux, impegnate, soprattutto la prima, nella tratta degli schiavi.
Molti erano i paesi europei che partecipavano al sistema di commercio triangolare che caratterizzava l'Atlantico (
13.9). Anche le colonie inglesi del Nord America entrarono stabilmente in questo circuito non senza qualche rivalità e tensione con la madrepatria: esse erano favorite infatti, rispetto all'Europa, da una minore distanza dalle Antille e da una capacità produttiva che non solo era in grado di soddisfare la domanda europea (tabacco e cotone), ma anche quella dei Caraibi e dell'America spagnola e portoghese (grano, pesce e legname da costruzione). Erano inoltre importatrici di schiavi neri dall'Africa e di melassa dalle Antille.
Questa nuova presenza allargava l'area controllata dagli inglesi e rafforzava un predominio che aveva le sue origini non solo in un maggiore dinamismo finanziario e commerciale, ma anche in una potenza navale superiore a quella di ogni altro avversario e quindi in grado di prevalere in ogni occasione di conflitto. Tale predominio è evidente per gran parte del '700. In uno dei settori più importanti, quello del commercio degli schiavi, l'Inghilterra ottenne con la pace di Utrecht del 1713, oltre che acquisizioni territoriali (
13.10), il monopolio della tratta verso le colonie spagnole, l'asiento de negros, e lo mantenne fino al 1750; in quella circostanza fu riconosciuto agli inglesi anche il privilegio di inviare un vascello di 500 tonnellate alle fiere coloniali spagnole. L'asiento (che prevedeva un flusso di 4800 schiavi l'anno) fu stipulato con una compagnia privilegiata, la South Seas Company, che si associava nell'impresa con la Royal African Company. Prima che alla compagnia inglese, gli spagnoli, che non praticarono mai direttamente il commercio degli schiavi, avevano concesso l'asiento a mercanti genovesi e tedeschi, poi a compagnie portoghesi e, dal 1701, francesi. Questo commercio "ufficiale" rappresentava comunque solo una parte della tratta complessiva, alla quale partecipavano molti armatori inglesi soprattutto di Bristol e Liverpool.
Ma l'Inghilterra era la prima potenza commerciale anche per molti altri prodotti coloniali di cui curava lo smercio in un'estesa attività di riesportazione. Quando, nella seconda metà del '700, si inserì nel commercio triangolare il cotone grezzo delle piantagioni americane (Antille e Nord America), un mercato di vendita su scala mondiale era già pronto per i tessuti di cotone dell'industria inglese (
17.2).
Con i travolgenti successi sui francesi nella guerra dei Sette anni, l'egemonia inglese si definì e si consolidò. All'apertura delle trattative di pace con Francia e Spagna, l'Inghilterra era vittoriosa in Canada, dove occupava Québec e Montréal; aveva conquistato la Guadalupa e la Martinica; aveva espugnato l'Avana a Cuba; teneva Pondichéry e Mahé in India (
13.6). Contro una parte della stessa opinione pubblica inglese, il governo britannico optò per una pace moderata e restituì alla Francia le "isole dello zucchero". L'Inghilterra otteneva comunque dalla Francia, con il trattato di Parigi (1763), tutto il Canada e i territori della Louisiana a est del Mississippi; la Florida dalla Spagna, che da parte sua riceveva in cambio la Louisiana a ovest del Mississippi con Nuova Orléans. I domini francesi in America erano ridotti alle sole Antille, mentre l'Inghilterra, che aveva già conquistato agli inizi del secolo il quasi-monopolio negli scambi con il Portogallo e il Brasile, manteneva anche una posizione privilegiata nel commercio con i domini spagnoli.
L'Atlantico era ormai sempre più un mare inglese. Ma di lì a pochi anni l'Inghilterra avrebbe dovuto affrontare l'inevitabile conflitto (capitolo 18) con le colonie dell'America settentrionale in grado di esercitare nel commercio interamericano un ruolo troppo simile, e quindi alternativo, a quello inglese.
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