11.3 Le scienze e gli strumenti
Una intensa vivacità animò gli studi delle scienze applicate per tutto il '600 e, in particolare, la medicina dove pure già la rivoluzione introdotta da Paracelso e da Vesalio verso la metà del XVI secolo aveva messo in discussione le autorità di Aristotele e di Galeno. Un notevole impulso a questa disciplina era venuto dalla pratica della dissezione dei cadaveri praticata già nel XVI secolo clandestinamente, in opposizione al divieto della Chiesa, da parte di anatomisti e pittori, gli uni e gli altri interessati, con motivazioni differenti, agli studi di anatomia. All'inglese
William Harvey (1578-1657) si attribuisce la scoperta della circolazione del sangue in termini meccanicistici: il cuore funziona come una pompa e il sangue raggiunge con moto circolatorio gli organi periferici. L'invenzione del
microscopio, che tuttavia non fu veramente utilizzato sino alla metà del '600, rese possibili quelle scoperte che solo l'osservazione dell'infinitamente piccolo poteva permettere di realizzare. Con l'uso del microscopio si raggiunsero risultati inaspettati negli studi di biologia:
Francesco Redi (1626-1698) analizzò la formazione dei parassiti dalle uova, dimostrando errata la tradizionale tesi della generazione spontanea;
Marcello Malpighi (1628-1694), che può essere considerato il fondatore dell'anatomia microscopica, completò anche l'opera di Harvey, dimostrando l'esistenza dei vasi capillari tra le arterie e le vene.
Grazie all'osservazione condotta con il metodo sperimentale, vennero individuate le leggi del moto da cui nacquero la cinematica e la dinamica, mentre la botanica e la zoologia cominciarono a trovare la loro classificazione moderna. L'irlandese
Robert Boyle (1627-1691) diede un impulso decisivo al superamento dell'alchimia rinascimentale e alla nascita della scienza chimica. Christian Huygens (1629-1695) aprì nuove prospettive per gli studi di matematica e astronomia, Antony van Leeuwenhoek (1632-1723) per la microscopia e la fisiologia. E ancora, Robert Hooke (1635-1702) nella Micrographia (1665) descrisse le sue osservazioni di microbiologia, e Hermannus Boerhaave (1668-1738) sostenne apertamente l'applicazione del meccanicismo alla medicina.
Parallelamente alla formulazione di nuove teorie scientifiche, nella prima metà del '600 si registrò un rapidissimo sviluppo degli strumenti tecnici e se ne definì il campo di applicazione. Il contatto tra scienza e tecnica si rivelò in questo periodo tra i più fecondi, e si può anzi dire che la rivoluzione scientifica determinò la superiorità tecnica dell'Europa, largamente manifesta nelle invenzioni e nel ruolo assunto proprio dagli strumenti scientifici. Essi venivano incontro all'esigenza di disporre di apparecchi di misurazione spazio-temporale che rispondessero a criteri di precisione, attendibilità e controllabilità: proprio tramite lo strumento, la precisione invase il terreno dell'approssimazione, dando luogo all'affermarsi della mentalità tecnologica e all'invenzione delle prime macchine.
Il progressivo incremento dei traffici con il Nuovo Mondo e la costante ricerca di nuove rotte e basi commerciali dettero un notevole impulso alle moderne invenzioni: si pensi ad esempio a quanto era importante, oltreoceano o in mare aperto, la localizzazione delle coordinate geografiche, delle latitudini e delle longitudini. Comparvero così il cronometro e il sestante, e nacque la cartografia su basi scientifiche.
Un discorso a parte merita l'introduzione dell'
orologio che, pur avendo diversi secoli di vita, solo grazie a Huygens, che inventò il pendolo e la molla a spirale, raggiunse un livello di precisione tale da costituire un vero evento nella storia della tecnica.
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