19.12 Modello politico e tradizione rivoluzionaria
Il colpo di Stato del 18 brumaio interruppe definitivamente la dinamica politica rivoluzionaria, anche se la stabilizzazione delle conquiste della rivoluzione - sul terreno giuridico e amministrativo e su quello delle competenze dello Stato - fu realizzata negli anni del consolato di Napoleone Bonaparte, dal 1800 al 1804.
La rivoluzione francese fu un fenomeno eminentemente politico. Distrusse un'organizzazione del potere, la monarchia assoluta, e le basi giuridiche della società per ceti. Ai privilegi sostituì l'eguaglianza dei diritti. Mise in atto una serie di nuovi rapporti fra società civile e Stato, fondati su un'enorme estensione della base politica e della partecipazione. E insieme pose due problemi di fondo per tutto lo sviluppo politico successivo: attraverso quali forme e quali forze garantire una rappresentanza della società civile e insieme mantenere un consenso commisurato all'ampiezza della mobilitazione della società. Tutta la vicenda rivoluzionaria, dall'88 al '99, può essere ricostruita seguendo questi due momenti. L'incompiuta (e forse impossibile) realizzazione di un equilibrio fra rappresentanza e consenso - tipica del resto di un fenomeno rivoluzionario che fu espressione di una minoranza - fu uno dei motivi principali delle continue crisi seguite al 1789.
L'allargamento della partecipazione, il trasferimento della sovranità al popolo, l'identificazione del popolo con la nazione mutarono radicalmente i modi e i contenuti della politica e conferirono alla rivoluzione francese il ruolo periodizzante di inizio dell'età contemporanea. Il modello politico contemporaneo, fondato sui partiti e sulla politicizzazione delle masse, nasce infatti negli anni della rivoluzione.
Ma il fascino esemplare della rivoluzione francese, allora e in seguito, sta anche nel suo carattere di straordinaria fusione fra aspirazioni ideali e realizzazioni pratiche. Un mito, oltre che una realtà, costruito e alimentato dagli stessi rivoluzionari e divenuto potente fattore di aggregazione emotiva e di mobilitazione politica. Un mito che ha contribuito ad "assolvere" anche gli aspetti più violenti e sanguinari del Terrore.
Su queste basi si costruì una tradizione con aspetti diversi e contrastanti, legati a princìpi come la libertà, l'eguaglianza civile, l'eguaglianza sociale. Gli storici hanno scorto in questa varietà l'intrecciarsi dei valori dell'Illuminismo con antichi elementi delle mentalità popolari. Per questo da un unico ceppo nasceranno più tradizioni rivoluzionarie: liberale, democratica, socialista.
Più in generale va sottolineato come tutte le tendenze politiche dell'800 - e non solo in Francia - si caratterizzeranno in base al rifiuto o all'adesione alla rivoluzione francese o a suoi specifici momenti. E in particolare ogni movimento rivoluzionario vorrà ritrovare nel rapporto privilegiato, immaginario o reale, con la rivoluzione francese, accanto ad una genesi ideale, la propria legittimazione storica.
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