1. I nuovi mondi
    1. La caduta dell'Impero bizantino
    2. La navigazione d'alto mare
    3. L'avventura di Cristoforo Colombo
    4. L'era delle scoperte
    5. Gli aztechi
    6. I maya
    7. Gli incas
    8. Alla conquista del Nuovo Mondo
    9. I mezzi della conquista
    10. L'organizzazione della conquista e l'economia del Nuovo Mondo
    11. L'impero coloniale portoghese
    12. La scoperta dei selvaggi
    13. Sommario
  2. Economia e società nel '500
    1. La crescita demografica
    2. Il costo della vita e la produzione agricola
    3. Il problema dei redditi
    4. Le miniere e le industrie
    5. I livelli alti dello scambio
    6. Sommario
  3. L'identità dell'Italia
    1. La fine dell'equilibrio
    2. La discesa di Carlo VIII in Italia
    3. Francia e Spagna alla conquista dell'Italia
    4. Italia e italiani
    5. Questione della lingua, coscienza letteraria
    6. Il paese dell'arte
    7. La "libertà d'Italia"
    8. L'Italia vista da fuori
    9. Sommario
  4. La Riforma protestante
    1. I mali della Chiesa
    2. La sfida di Lutero
    3. Una rivoluzione culturale
    4. La guerra dei contadini
    5. Dalla Germania alla Svizzera
    6. Il calvinismo
    7. L'Europa riformata
    8. La Riforma in Italia
    9. Sommario
  5. L'Impero di Carlo V e la lotta per l'egemonia
    1. L'ascesa di Carlo V
    2. Il sacco di Roma
    3. L'espansione ottomana
    4. L'idea d'Europa
    5. La ripresa della guerra e la pace di Crépy
    6. Il fantasma dell'Impero
    7. La pace di Augusta e la rinuncia di Carlo V
    8. Sommario
  6. La Riforma cattolica e la Controriforma
    1. Il peso delle parole
    2. Il concilio di Trento
    3. Le conclusioni del concilio
    4. Spinte repressive e spinte riformatrici
    5. La stregoneria
    6. Sommario
  7. L'età di Filippo II e di Elisabetta
    1. Filippo II
    2. I problemi del governo: burocrazia ed economia
    3. I problemi del governo: spazi e tempi
    4. La pirateria mediterranea e la lotta contro i turchi
    5. La guerra dei Paesi Bassi
    6. Elisabetta d'Inghilterra
    7. L'Inghilterra elisabettiana
    8. La guerra tra Spagna e Inghilterra
    9. Le guerre di religione in Francia
    10. L'Europa orientale
    11. Sommario
  8. La crisi del '600 e la guerra dei Trent'anni
    1. Crisi demografica e crisi agricola
    2. Crisi e riorganizzazione del commercio europeo
    3. La Spagna
    4. La Francia
    5. Rafforzamento dello Stato e monarchie assolute
    6. Le Province Unite
    7. L'Impero asburgico
    8. La guerra dei Trent'anni
    9. Il progetto dell'imperatore
    10. L'intervento della Svezia
    11. L'intervento della Francia
    12. La pace di Vestfalia
    13. Le conseguenze economiche della guerra
    14. Sommario
  9. La rivoluzione inglese e le rivolte del '600
    1. L'Inghilterra di Giacomo I
    2. Il progetto assolutistico di Carlo I
    3. La guerra civile
    4. Il potere di Cromwell
    5. La Francia nell'età della Fronda
    6. Il crollo della Spagna
    7. Sommario
  10. La decadenza dell'Italia
    1. L'industria
    2. Il commercio
    3. L'agricoltura
    4. L'Italia spagnola
    5. Sommario
  11. Nuova scienza e nuova politica
    1. La rivoluzione scientifica
    2. Da Galilei a Newton
    3. Le scienze e gli strumenti
    4. Scienza e società
    5. Diffusione della cultura e alfabetizzazione
    6. Le nuove concezioni politiche
    7. Sommario
  12. L'Europa nell'età di Luigi XIV
    1. L'assolutismo di Luigi XIV
    2. La persecuzione delle minoranze religiose
    3. Mercantilismo e politica estera francese
    4. La seconda rivoluzione inglese e la monarchia costituzionale
    5. La guerra di successione spagnola e il nuovo assetto italiano
    6. La formazione della Prussia e il problema del Baltico
    7. La Russia di Pietro il Grande
    8. Sommario
  13. L'Europa e il mondo
    1. La diversità europea: strutture economiche, diritti di proprietà e tecnologie
    2. La crisi dell'Impero ottomano e l'Europa
    3. L'India moghul
    4. La Cina dei Qing
    5. Il Giappone Tokugawa
    6. Gli europei in Asia
    7. L'America spagnola e portoghese
    8. Lo Stato cristiano-sociale dei gesuiti
    9. Metalli preziosi, piantagioni e schiavi
    10. Olandesi, francesi e inglesi in America
    11. Il commercio atlantico e la supremazia inglese
    12. Espansione europea e imperialismo ecologico
    13. Sommario
  14. Guerre e egemonia nell'Europa del '700
    1. Sistema internazionale e rapporti di forza
    2. Guerre e spartizioni
    3. L'Inghilterra
    4. La Francia
    5. L'esercito prussiano e le forme della guerra
    6. Sommario
  15. La società di ancien régime
    1. Demografia e strutture familiari
    2. Contraccezione e mentalità
    3. Il mondo rurale, feudalità e rivolte contadine
    4. La nuova agricoltura: "enclosures", nuove tecniche e nuovi prodotti
    5. Industria rurale e manifattura
    6. Società per ceti e forme di governo
    7. Povertà e controllo sociale
    8. Sommario
  16. Illuminismo e riforme
    1. L'Illuminismo
    2. Cultura e politica nel '700 francese
    3. L'economia politica, la storia e le altre scienze
    4. Cosmopolitismo e circolazione delle idee: la diffusione dell'Illuminismo
    5. L'assolutismo illuminato
    6. Le riforme nell'Impero asburgico
    7. Il dispotismo illuminato in Prussia e Russia
    8. Il movimento riformatore in Italia
    9. Sommario
  17. Alle origini della rivoluzione industriale
    1. La rivoluzione industriale
    2. I fattori del mutamento
    3. Il progresso tecnologico
    4. L'industria del cotone
    5. L'industria del ferro
    6. La fabbrica e le trasformazioni della società
    7. Problemi e prospettive della società industriale
    8. Sommario
  18. La nascita degli Stati Uniti
    1. Il significato di una rivoluzione
    2. Le tredici colonie
    3. Il contrasto con la madrepatria
    4. La guerra e l'intervento europeo
    5. La costituzione degli Stati Uniti
    6. Consolidamento e sviluppo dell'Unione
    7. Sommario
  19. La rivoluzione francese
    1. Crisi e mobilitazione politica
    2. 1789: il rovesciamento dell'ancien régime
    3. La rivoluzione borghese: 1790-91
    4. La rivoluzione popolare: 1791-92
    5. La Repubblica e la guerra rivoluzionaria: 1792-93
    6. La dittatura giacobina e il Terrore: 1793-94
    7. Continuità rivoluzionaria e tentativi di stabilizzazione: 1794-97
    8. La rivoluzione francese e l'Europa
    9. Bonaparte e la campagna d'Italia: 1796-97
    10. Le Repubbliche "giacobine" in Italia
    11. La spedizione in Egitto e il colpo di Stato: 1798-99
    12. Modello politico e tradizione rivoluzionaria
    13. Sommario
  20. Napoleone e l'Europa
    1. Il consolato: stabilità interna e pacificazione internazionale
    2. L'Impero e le guerre di Napoleone
    3. Trasformazioni e contrasti nell'Europa napoleonica
    4. La campagna di Russia e il crollo dell'Impero
    5. Sommario
  21. Cronologia

8. La crisi del '600 e la guerra dei Trent'anni

8.1 Crisi demografica e crisi agricola
Il XVI secolo, cronologicamente chiuso dalla morte di due grandi sovrani, Filippo II (1598) ed Elisabetta d'Inghilterra (1603), era stato un periodo di espansione economica e di incremento demografico. Benché la crescita della popolazione, unita all'afflusso di grandi quantità di metalli preziosi dalle Americhe, avesse causato un forte aumento dei prezzi dei beni di consumo, con la conseguente riduzione del potere di acquisto dei salari, gli imprenditori commerciali e i proprietari di aziende agricole avevano ampliato il volume delle loro attività e realizzato cospicue fortune (2.3). L'Italia aveva svolto sempre un ruolo centrale, rappresentando (soprattutto in Toscana e al Nord) l'area di più intensa concentrazione delle manifatture, il crocevia dei traffici commerciali mediterranei, oltre che il paese culturalmente più evoluto.
Nei primi decenni del XVII secolo ebbe invece inizio un complicato processo di crisi, che per certi aspetti colpì indistintamente tutti i paesi europei, per altri penalizzò particolarmente l'area mediterranea, in primo luogo Spagna e Italia: la cosiddetta crisi del '600. Essa non fu solo una battuta d'arresto nel processo di crescita avviatosi nel secolo precedente, ma una fase di profonde e diseguali trasformazioni, che ridisegnarono in modo quasi definitivo il volto dell'Europa moderna, determinando quello squilibrio tra Nord e Sud del continente che ancora oggi fa sentire il suo peso.
Un aspetto importante della crisi del '600 fu la stagnazione o, in taluni casi, il decremento demografico. Intorno al 1590 la popolazione europea era giunta a contare circa 100 milioni di abitanti; alla fine del '600 questa cifra era sostanzialmente inalterata. L'elevato ritmo di crescita cinquecentesco ebbe un brusco arresto fin dai primi del XVII secolo, ma due linee di tendenza diverse si registrarono nel Nord e nel Sud dell'Europa. Tra il 1600 e il 1650 l'Italia passò da 12 milioni circa di abitanti a 11, e la Spagna con il Portogallo da 10,5 a 9,25; Olanda e Inghilterra ebbero invece incrementi contenuti e la Francia rimase in una situazione stazionaria. Tutti i paesi europei furono toccati da problemi che minacciavano la consistenza delle popolazioni, ma fu l'area mediterranea a subire le perdite maggiori.
Come su tutti i grandi fenomeni economici e demografici dell'età medievale e moderna, anche su questo gli storici s'interrogano senza riuscire a trovare risposte sicure. Ancora una volta ci si muove pertanto sotto il segno della probabilità e non della certezza assoluta. È probabile che la crisi sia stata innescata da un processo di polarizzazione della ricchezza accentuatosi progressivamente nel corso del '500.
Durante il '500, l'aumento della popolazione aveva reso molto facile, per i grandi proprietari, accrescere il proprio livello economico mediante l'aumento delle rendite e del prelievo signorile, piuttosto che attraverso un incremento della produzione: il loro reddito era aumentato parallelamente alla crescita della popolazione e al connesso minor costo della manodopera. Ma il diffuso impoverimento dei lavoratori provocò il crollo della domanda sul mercato: la gente guadagnava meno e comprava meno. Questa contrazione del mercato, a sua volta, ridusse gli stimoli all'investimento produttivo; la ricchezza accumulatasi nelle mani dei grandi proprietari prendeva altre vie e alimentava soprattutto spese di lusso e di prestigio. Da qui una serie di reazioni a catena, in conseguenza delle quali il sistema economico si avvolgeva a vite su se stesso.
Dall'impoverimento della popolazione discese direttamente il regresso demografico. Il peggioramento delle condizioni di vita e la diminuzione del reddito pro capite spingevano ampie frange della popolazione a ritardare l'età di matrimonio, con conseguente diminuzione del numero medio di figli per coppia.
Queste tendenze di fondo della crisi del '600 furono aggravate da altre circostanze. Tra queste, il clima. Intorno al 1590 circa ebbe infatti inizio una fase di raffreddamento del clima europeo, destinata a durare fino alla metà del secolo scorso. La dipendenza dell'agricoltura dai fattori climatici era stata accentuata dalla diffusione della cerealicoltura. Come si ricorderà, la "cerealizzazione" dell'agricoltura europea era stata una delle conseguenze più importanti della crescita demografica del '500 (2.2). Il fenomeno, positivo sul medio periodo, indebolì, alla distanza, le possibilità di difesa dalle avversità delle stagioni: è evidente, infatti, che tanto più sono varie le colture, tanto più è difficile che le variazioni climatiche danneggino contemporaneamente tutta la produzione agricola. È stato giustamente detto che la diversificazione delle colture rappresentava una sorta di "assicurazione" per le popolazioni rurali; per gli stessi motivi, la monocultura era un fattore di debolezza. La diffusione dei cereali a spese dell'allevamento rese inoltre molto più scarsa la disponibilità dell'unico fertilizzante allora disponibile ovunque, il concime: i suoli tendevano quindi a esaurirsi e le rese ad abbassarsi.
Lo spettro delle carestie, che si susseguivano a ondate, si riaffacciò in quasi tutta l'Europa continentale; soltanto l'Olanda e l'Inghilterra ne furono risparmiate grazie a un'accentuata specializzazione della produzione agricola e al suo orientamento verso il mercato. L'Olanda, in particolare, si affermò nell'allevamento bovino, nella lavorazione dei prodotti caseari, nella produzione di piante industriali, rinunciando a produrre cereali, che venivano importati a prezzi molto vantaggiosi dalle regioni baltiche, grazie a un'imponente organizzazione commerciale. Resistettero quindi meglio quelle aree dove si verificò rapidamente un'inversione di tendenza rispetto alla precedente cerealizzazione e dove i campi a grano furono riconvertiti in vario modo.
Come sempre in questi casi, al diffondersi delle carestie si intrecciò il riesplodere delle grandi epidemie. Nella prima metà del '600 furono colpite in modo particolarmente grave la Spagna, l'Italia, la Germania; nella seconda metà del secolo la Francia, l'Inghilterra, l'Olanda. Favorite dal calo della produzione agricola e dalle carenze alimentari che ne derivarono, le epidemie contribuirono a loro volta ad accentuare il calo della produzione, poiché la richiesta di alimenti di base si contrasse progressivamente insieme con la popolazione decimata dalle malattie.
La crisi della produzione agricola ebbe effetti rilevanti anche sul piano delle strutture economiche e sociali. Olanda e Inghilterra, con qualche analogo tentativo in Francia, in Italia settentrionale e nei paesi scandinavi, reagirono alla recessione potenziando gli investimenti di tipo capitalistico avviati già durante il '500 (2.2). Questo comportò la trasformazione di una parte della nobiltà fondiaria in ceto di imprenditori terrieri, a cui si aggiunsero elementi di estrazione borghese-mercantile, fortemente inclini all'acquisizione delle terre fertili disponibili, all'impiego di manodopera libera salariata, alla razionalizzazione delle tecniche e dei programmi di produzione.
Questo processo provocò una dura selezione in una parte del mondo rurale: se alcuni agricoltori raggiunsero una condizione di agiatezza, molti persero i loro piccoli fondi, inadeguati a sostenere la concorrenza di unità produttive molto più grandi e attrezzate, e si ridussero allo stato di braccianti o di lavoratori a domicilio, oppure si inurbarono, andando a ingrossare la massa del mendicanti e dei vagabondi.
Anche in Spagna e in Italia (soprattutto nel Meridione: 10.3) il sensibile calo delle rendite signorili fu recuperato, ma certo non attraverso un aumento della produttività. In questi paesi si verificò, infatti, un forte processo di rifeudalizzazione, vale a dire di ripristino dei tradizionali diritti signorili ai danni dei contadini, soprattutto in termini di aggravamento dei canoni di affitto, di riduzione delle libertà personali, di moltiplicazione delle prestazioni d'opera gratuite. I diritti delle comunità di villaggio furono erosi, mentre anche le piccole proprietà, offerte in pegno per ottenere prestiti, cadevano nelle mani dei signori. Nell'Europa orientale l'ondata di rifeudalizzazione fu ancora più forte e portò alla vera e propria affermazione di una seconda servitù della gleba. Questo dipese dal fatto che la specializzazione delle aree a est dell'Elba nella produzione cerealicola da esportazione dipendeva da una domanda dei paesi occidentali e meridionali di grani a basso costo: in Polonia, come nelle altre regioni baltiche, la grande nobiltà fondiaria si arricchì fornendo grani il cui prezzo assai contenuto era compensato da costi di produzione bassissimi, quasi interamente scaricati sulle spalle dei contadini asserviti.
Torna all'indice