13.13 Sommario
Le origini della supremazia europea - le cui basi si posero tra '600 e '700 e che sarebbe durata fino alla prima guerra mondiale - possono individuarsi in tre ordini di fattori, che mancarono invece nei grandi imperi asiatici: lo sviluppo di un mercato libero e del capitalismo commerciale, la tutela dei diritti di proprietà, la superiorità tecnologica.
Dalla metà del '500 iniziò la decadenza dell'Impero ottomano. La crisi emerse anzitutto sul piano istituzionale, con un indebolimento del potere centrale, mentre, per quanto riguardava le attività economiche, l'Impero continuò invece a mostrare una notevole vitalità. Nella seconda metà del '600 furono tentate alcune riforme e vi fu una ripresa dell'espansionismo, che portò a un periodo di guerre destinato a protrarsi fino alla fine del '700 (proprio le sconfitte subite in Europa determinarono la crisi del sistema militare ottomano). Una riorganizzazione istituzionale tentata al principio del '700 finì col provocare una sanguinosa rivolta, e per tutto il secolo la crisi dell'Impero continuò ad aggravarsi.
Tra il XV e il XVII secolo India, Cina e Giappone subirono importanti trasformazioni politiche. Nel 1526 gli afghani invasero l'India dando vita all'Impero moghul, con una struttura sociale di tipo feudale (le attività artigianali vi erano tuttavia molto sviluppate) e una capillare struttura amministrativa e militare. La convivenza fra la cultura islamica e quella indù fu piuttosto difficile. Il processo di pacificazione iniziato a metà del '500 fu interrotto un secolo dopo con l'introduzione di una politica intransigente, che portò alla disgregazione dell'Impero e alla formazione di Stati regionali indù in continua ostilità tra loro.
Dopo un lungo periodo di dominazione straniera (X-XIV secolo), si affermò in Cina la dinastia nazionale Ming. A metà del '600 l'ultima invasione di nomadi, provenienti dalla Manciuria, dette inizio al lungo periodo della dinastia Qing. Dopo un primo periodo caratterizzato da una politica repressiva, anche i mancesi vennero assorbiti dalla cultura e dalla civiltà cinese, soprattutto riguardo alle forme di governo (incentrato sul ceto dei burocrati-letterati). Nel periodo Qing si verificò un grande sviluppo demografico e una notevole prosperità nelle campagne. La formazione di un ceto mercantile vero e proprio fu ostacolata dal discredito in cui le attività commerciali venivano tenute dal confucianesimo; il commercio con l'estero servì soprattutto all'esportazione, essendo la Cina un paese autosufficiente.
Verso la metà del '500, la situazione interna giapponese (caratterizzata da un'infinità di domini e dal parallelo indebolimento del loro legame con l'imperatore e lo shogun) si modificò grazie all'introduzione delle armi da fuoco che favorirono un processo di concentrazione del potere. Tale processo culminò nel 1600 con la nomina a shogun di Ieyasu Tokugawa, che diede vita a una dinastia che avrebbe governato il Giappone per 250 anni. Nel periodo Tokugawa fu colpita la vecchia struttura feudale, furono garantiti la pace e l'ordine interni, furono eliminati quasi interamente i contatti con il mondo esterno (si ebbe tuttavia un notevole sviluppo economico).
Fino al XIX secolo la presenza dell'Europa in Oriente fu soprattutto commerciale. Nell'Oceano Indiano i portoghesi diedero vita, tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo, ad un vasto impero commerciale. Alla metà del '600 la Compagnia Olandese delle Indie orientali - che agiva anche come rappresentante dello Stato olandese - soppiantò l'egemonia commerciale portoghese, controllando per mezzo secolo il traffico delle spezie. Nel corso del XVIII secolo la inglese Compagnia delle Indie orientali scalzò a sua volta l'egemonia commerciale olandese e, dopo un lungo conflitto con la Francia, trasformò le basi commerciali in India in un possedimento coloniale (detenuto per conto della corona inglese).
Nell'America spagnola il consolidamento del dominio coloniale avvenne prima che in quella portoghese. L'impero coloniale della Spagna era governato da viceré, cui si affiancavano le audiencias. L'organizzazione amministrativa del Brasile portoghese fu più tarda, iniziando nel '600 sul modello spagnolo. Nel corso del '600 e '700 il Brasile mostrò un notevole dinamismo, espandendo i suoi confini.
Una esperienza unica nella colonizzazione americana fu quella realizzata dai gesuiti nel Paraguay dove, nel '600, costituirono comunità di indiani, le riduzioni, organizzate su princìpi di eguaglianza sociale al fine di dar corpo ad una repubblica cristiana. Il tentativo terminò a metà del '700, quando le comunità furono chiuse dal Portogallo.
Fin dall'inizio, nell'economia dell'America latina ebbe un ruolo decisivo l'ingente produzione di oro e argento, inviata in Europa. Nel '500, con la coltivazione della canna da zucchero in Brasile, iniziò il sistema delle piantagioni, dove furono impiegati schiavi negri importati dall'Africa. Attorno al traffico di schiavi si impiantò quel "commercio triangolare" (Africa-America-Europa) che divenne il tratto caratteristico del sistema mercantile atlantico.
Alle colonie spagnole era permesso commerciare solo con la madrepatria; ma questo sistema economico chiuso era costantemente incrinato dal contrabbando e dalla pirateria, che avevano il loro centro nelle Antille. In queste isole si installarono, nel corso del '600, olandesi, francesi e inglesi, per aggirare il monopolio commerciale spagnolo. Nello stesso secolo gli inglesi unificarono i loro possedimenti dell'America del Nord, mentre la Francia fondò le sue prime importanti basi in Canada. Dopo la guerra franco-inglese, che riproduceva in America lo scontro in atto in Europa per la successione spagnola, la Francia perse alcuni territori conservando però Canada e Louisiana.
Nel '700 si affermò la supremazia inglese nell'America del Nord e nel commercio atlantico. Nel 1713 l'Inghilterra, che era diventata la prima potenza commerciale, ottenne il monopolio del commercio degli schiavi con le colonie spagnole. Con la guerra dei Sette anni gli inglesi acquisivano Canada e parte della Louisiana (dalla Francia), e la Florida (dalla Spagna). I possedimenti francesi in America si riducevano, così, alle Antille.
Il contributo delle economie periferiche allo sviluppo europeo va individuato soprattutto nel fatto che esse fornirono un mercato mondiale alla produzione industriale europea. L'aspetto meno noto dell'espansione europea è quello ecologico: l'Europa infatti trasformò sensibilmente l'habitat delle popolazioni soggette al suo dominio, esportando non solo merci, ma anche malattie, piante, animali, uomini.
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