12.5 La guerra di successione spagnola e il nuovo assetto italiano
Nel 1686 si era costituita ad Augusta, in Germania, una lega formata da Spagna, Impero, Svezia e Olanda, per arginare le continue minacce francesi. Ma Luigi XIV, per nulla intimorito, riprese nel 1688 l'espansione verso i Paesi Bassi e verso il Palatinato, dove le truppe francesi compirono terribili devastazioni. La
guerra della Lega d'Augusta (o della Grande Alleanza dopo l'adesione dell'Inghilterra e di altri Stati) si protrasse con andamento oscillante per nove anni fino alla pace di Rijswijk (1697) che stabilì la restituzione di gran parte dei territori occupati dalla Francia in Lorena e in Alsazia. In Piemonte, Pinerolo fu restituita ai Savoia, che nel corso della guerra avevano abbandonato l'alleanza antifrancese.
Ma un conflitto di ben più vasta portata era destinato ad aprirsi in relazione al problema della successione spagnola. Carlo II d'Asburgo-Spagna, non ancora quarantenne, era in pessime condizioni di salute e non aveva eredi. Nel 1698 Olanda, Inghilterra e Francia, prevedendone la morte imminente, trovarono un accordo sulla spartizione del grande impero spagnolo tra i possibili eredi, figli o nipoti delle due sorellastre del re di Spagna (Maria Teresa sposa di Luigi XIV e Margherita Teresa sposa dell'imperatore Leopoldo I).
Nel 1700, alla morte di Carlo II, Luigi XIV scoprì con sorpresa che il nipote Filippo d'Angiò, figlio del delfino, era stato nominato erede universale con la clausola che in caso di accettazione le due monarchie, di Francia e di Spagna, rimanessero separate. Dopo qualche esitazione Luigi ritenne che Filippo dovesse accettare la corona spagnola alle condizioni previste dal testamento: e il nuovo re, col nome di
Filippo V, si insediò a Madrid. Ma nessuna potenza in Europa era disposta a dar credito alle buone intenzioni del re di Francia, che aveva del resto cominciato a occupare con proprie truppe i presidi spagnoli nei Paesi Bassi e in Lombardia. Il maggiore avversario era l'imperatore Leopoldo I che aspirava per il figlio cadetto, l'arciduca Carlo d'Asburgo, all'intera eredità spagnola.
L'esercito degli Asburgo d'Austria, sotto il comando del brillante generale Eugenio di Savoia, prese l'iniziativa in Italia (1701), mentre la Baviera si alleava con Francia e Spagna. Nel 1702, il fronte antifrancese schierava l'Impero, l'Inghilterra, le Province Unite ai quali si affiancarono in seguito Prussia, Portogallo, Svezia e il duca di Savoia (che, inizialmente alleato della Francia, aveva compiuto un altro degli abituali voltafaccia della sua casata). La
guerra di successione spagnola (1702-13), combattuta in Italia, nei Paesi Bassi, in Germania e in Spagna, registrò alcune battaglie decisive ma nessuna veramente risolutiva. Nel 1704 a Höchstadt i franco-bavaresi, che puntavano su Vienna, vennero duramente battuti dagli austriaci di Eugenio di Savoia e dagli inglesi del duca di Marlborough. Dopo due nuove sconfitte, a Torino e a Ramillies (1706), Luigi XIV, in un momento di grave difficoltà, iniziò le trattative di pace. Ma le eccessive richieste degli avversari lo indussero a riprendere le ostilità. Nel 1709 la terribile battaglia di Malplaquet, fra francesi e anglo-olandesi, la più sanguinosa del '700, si risolse in equilibrio ma segnò la distruzione dell'esercito delle Province Unite.
Nel 1711 la guerra subì una svolta. L'arciduca Carlo, dopo la morte del padre e del fratello maggiore, ereditava i domini asburgici e diveniva imperatore (con il nome di Carlo VI). A questo punto una sua ascesa al trono di Spagna - obiettivo della coalizione antifrancese - avrebbe ricreato un Impero di dimensioni pari, se non superiori, a quello di Carlo V: una soluzione che nessuna potenza poteva auspicare. Contemporaneamente, in Inghilterra, Marlborough aveva perso i favori della regina Anna Stuart (succeduta a Guglielmo d'Orange nel 1702), e i tories, vincitori delle elezioni, erano favorevoli a porre termine a una guerra patrocinata dai whigs e divenuta ormai estremamente costosa. Fu allora più agevole giungere alla pace, che fu firmata da Francia e Spagna a Utrecht, nel 1713, con l'Inghilterra, l'Olanda e la Savoia, e a Rastatt, nel 1714, con l'imperatore Carlo VI.
L'Inghilterra ottenne alcuni privilegi commerciali dalla Spagna e il riconoscimento delle conquiste di Gibilterra e Minorca e di alcuni territori francesi nell'America settentrionale (
13.10). Luigi XIV vide semplicemente riconosciuta l'attribuzione della corona spagnola a Filippo V, ma con la conferma della separazione tra le due dinastie; accettò inoltre la successione protestante sul trono inglese. I maggiori vantaggi territoriali spettarono all'Austria a spese della Spagna: i Paesi Bassi spagnoli (corrispondenti agli odierni Belgio e Lussemburgo) divennero austriaci, ma fu soprattutto l'
assetto della penisola italiana ad essere profondamente modificato con la fine del dominio spagnolo durato oltre un secolo e mezzo. Gli Asburgo ottennero infatti la Lombardia e Mantova, il Regno di Napoli, la Sardegna e lo Stato dei presidi.
I Savoia videro premiata la loro politica opportunistica con l'acquisto del Monferrato e della Lomellina, ma soprattutto della Sicilia, che portò loro anche il titolo di re. L'abilità di
Vittorio Amedeo II consentì allo Stato sabaudo di uscire dalla sudditanza francese, che durava da oltre un secolo e mezzo (dalla pace di Cateau-Cambrésis, 1559), e di affermarsi, grazie alla riorganizzazione amministrativa interna, come una "piccola" potenza, decisiva per le sorti future dell'Italia.
Torna all'indice